Hong Kong: vetrina verso l’Asia per il ‘Made in Italy’

C’è spazio per concorsi e promozioni ma attenzione a obblighi e restrizioni

Hong Kong è il terzo partner commerciale dell’Italia in Asia, dopo Cina e Giappone, mentre l’Italia rappresenta per il Paese il 13esimo più importante fornitore e il secondo in Europa. Nel 2014, l’Italia è stato il Paese più dinamico in termini di esportazioni verso Hong Kong.

Hong Kong è una vetrina importante per molti prodotti del ‘Made in Italy’ dall’abbigliamento all’alimentare, dall’ottica agli apparecchi medicali fino agli articoli di pelletteria. Oltre ai brand italiani più famosi e apprezzati, c’è spazio in questo mercato anche per aziende meno conosciute e con prezzi più contenuti che possono, da una parte attrarre la classe media locale, e dall’altra fare leva su Hong Kong come porta verso gli altri Paesi Asiatici.

La popolazione di Hong Kong conta 7,26 milioni di persone, il 79% delle quali sono utenti Internet attivi. Il 64% della popolazione usa Internet via mobile (le connessioni mobile in questo Paese sono 12,7 milioni ovvero il 175% della popolazione). Il 66% della popolazione ha un account sui social media e l’utilizzo di app di messaggistica è altissimo con una netta preferenza per Whatsapp (41%) seguito da Facebook Messenger (33%).

A Hong Kong, è consentito organizzare sia concorsi di sorte che concorsi di merito, anche legati all’acquisto. Per entrambe le tipologie sono previsti specifici obblighi, tuttavia i concorsi di sorte sono soggetti a maggiori restrizioni, in termini di meccanica e durata, e adempimenti burocratici.

Ad esempio, nel caso di concorsi di sorte, le aziende sono obbligate ad ottenere una specifica licenza prima di avviare il concorso e i tempi di rilascio possono arrivare fino ad un mese. Sono, inoltre, previsti degli obblighi legati all’assegnazione dei premi e alla pubblicazione dei vincitori, così come quelli fiscali. 

Le autorità locali, molto attente al monitoraggio delle promozioni, hanno un ampio potere discrezionale e il mancato rispetto delle procedure può comportare per gli organizzatori delle sanzioni e, in alcuni casi, anche la reclusione.

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